venerdì 14 novembre 2014

Dove eravamo rimasti

Come tutte le cose della mia vita ho preso questa decisione di puro istinto, senza minimamente pensarci. Mettermi a nudo non è semplice, eppure sento una strana esigenza di scrivere.
Un pomeriggio di inverno tornai a casa con un terribile mal di testa, gli occhi gonfi di pianto. Ero esplosa tra le braccia di Dario che mi disse: "stasera scrivi come se dovessi raccontare la tua storia."
Voglio iniziare da qui - proprio oggi che sono di pessimo umore - con l'ultima pagina del mio diario personale, con quelle parole che ho lasciato in sospeso mesi fa e che rileggendo adesso mi fanno rabbrividire. Non perdete MAI la speranza. Se i pensieri urlano, voi urlate più forte.


"Scrivere le calorie, contare in maniera ossessiva. Ho sempre odiato i numeri eppure mi sono ritrovata a condizionare la mia vita la mia vita in base a cifre sempre troppo alte, sempre meno, sempre meno... Meno. In un mondo di eccessi io punto a 'di meno'. Ma come si controlla il senso d'ansia ? Come ci si sente adeguati? Come si sta bene? Forse sarebbe meglio mettere in ordine le idee e cominciare dall' inizio. 

Ho 23 anni, numerosi fallimenti alle spalle, un brutto carattere e nulla che possa valere. Tutto nella norma, quindi. Circa un anno fa ho cominciato a capire che questa 'norma' mi stava uccidendo. Avete presente l'oppressione che ti prende al petto ogni mattina, ogni giorno che ti chiedi 'e oggi che mi alzo a fare?' Io un bel giorno ho deciso di non alzarmi più. Penso alle troppe volte in cui la gente usa la parola depressione e mi arrabbio; esiste la tristezza, ed esiste la depressione. Fuori il mondo della mia stanza c'era lei, LA BILANCIA. Mi aspettava ogni giorno, mi dava un valido motivo per incamminarmi fino al bagno. Non puntavo a vedere la lancetta che indietreggiasse, eppure succedeva. Quella visione sempre più rassicurante mi piaceva. Uno, due, tre kg...così la gente capirà, così il mio disagio sarà evidente. Così tutti noteranno. Quattro, cinque... 
La dottoressa mi ha chiesto di alzarmi in piedi , mi ha guardata e mi ha chiesto se pensassi di essere grassa. In realtà fino a quel momento ancora non ci avevo pensato. Stai benissimo, sei bellissima... e prima? Sono sempre io, lo capite? Con quelle gambe abbronzate dopo l'estate stavo davvero bene, ma le spalle... certo, se si fossero viste le ossa... ed eccole. Sul bacino, sui polsi, quelle tanto agognate sulle spalle. Lo spazio tra le cosce che assumendo la giusta postura potrebbe passarci un treno. Il costato, le dita, il seno che piano piano perde volume. Non era sano. Eppure era proprio la testa che girava a darmi piacere, il brontolio allo stomaco a soddisfarmi, la macabra sensazione di nausea e perenne stanchezza. Bene, avevo trovato una ragione per vivere; volevo vivere per non mangiare. Giorno dopo giorno andava sempre 'meglio'/peggio , potevo controllarmi anche nelle situazioni più difficili. Avevo finalmente la situazione in mano. 
Ho deciso di scrivere perchè il mio magico potere mi sta sfuggendo di mano. Ho promesso di cambiare. L'ho promesso a lui. Ma quando deciderò di prometterlo a me? Speravo di poterci convivere, che questa mia normalità potesse non creare danni.
Da qualche giorno pranzo e ceno regolarmente e il senso di colpa mi divora. Dove sono le mie ossa? Perchè quelle maledette lancette non toccano il 39? Non sono così forte, non posso farcela..."

Di quel giorno in cui decisi che IO avrei vinto ricordo una cosa: uno strano profumo di buono. 

Un iris per voi,

Misa. 

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