domenica 30 novembre 2014

POSITIVE VIBES ONLY !!!


Sofia: Quando mia mamma oggi è venuta a casa con tutto questo ben di Dio il mio primo pensiero è stato "non toccherò niente di questa roba" . Per tutto il pomeriggio però ho continuato a pensare a quanto potessero essere buoni e alla fine mi sono detta "Sofia, non fare la stupida e mangiane qualcuno se ti va". E così ho fatto. Perchè #vincoognivoltache riesco a zittire quella vocina insensata dentro la mia testa e ascolto il mio corpo, quella parte di esso che cerca di liberarsi della malattia! 


Lisa: Servono parole per descriverla? P I Z Z A io ti A M O ! #vincoognivoltache assecondo i miei desideri e solo quelli, #vincoognivoltache ascolto la parte di di me che adora trovare la felicità nelle piccole cose, specie se condivise con le persone a cui si vuole bene.


B. : Ehi si, dopo tanto tempo, pizzaaaaaa! Una pizza buonissima! L'ho adorata, cosa c'è di più buono di una pizza in compagnia e della gioia di vivere e stare bene! 
Serata stupenda, bei ricordi, #vincoognivoltache scelgo una pizza e finisco senza sensi di colpa! Yeeee


Fra: 'Pasta bolognese' #vincoognivoltache  riscopro il sapore dei miei piatti preferiti accompagnati da un piacevole aroma di felicità.


Emme: Dovete sapere che tutto quello che prendo fuori casa, anche se come in questo caso è uno yogurt, mi spaventa, ma oggi dopo la visita dermatologica io e mamma abbiamo deciso di andare da gelatosità a prendere qualcosa, nonostante già avessi la nausea. Ho preso questo yogurt enorme con sopra con sopra cheerios e biscottini. Quindi #vincoognivoltache nonostante mi senta male, riesco a trovare la forza di mangiare qualcosa fuori, superando il dolore fisico!


'_myhealthyeating': #vincoognivoltache assecondo le voglie del mio corpo e faccio contenti i miei genitori. Stamattina sono andata a fare colazione al bar insieme a loro, e sono contenta.


Emme: Stamattina dopo le analisi mamma mi aveva proposto anche di tornare a casa e fare colazione lì, ma io ho detto NO! Era da più di un anno che non prendevo qualcosa al bar sia perchè ho avuto brutte esperienze sentendomi male con la pancia, sia perche molto spesso sono surgelate le cose e con ingredienti che fanno rabbrividire! Oggi però siamo andate in questo bar che ha tutte cose artigianali e con ottimi ingredienti e ho preso questo ottimo buondì. Certo, ci ho messo mezz'ora a finirlo , ma era buonissimo e leggerissimo e anche se dopo ho avuto un pò di mal di pancia, ho vinto io! e #vincoognivoltache riesco a trovare la forza di superare i miei limiti fisici e prendere qualcosa che mi va, senza esagerare.

Lisa: #vincoognivoltache do un bel calcio nel didietro a tutte quelle stupide paranoie e a tutti quegli insensati schemi mentali che 'se i biscotti li ho mangiati a colazione non posso rimangiarli a merenda'. Uhm, si, parecchio!


Erminia: #vincoognivoltache mangio un gelato quanto la mia testa!


M. : #vincoognivoltache NON dico di no a un' uscita, serale solo perchè ci sarà da mangiare qualcosa che non ho programmato/ previsto!

Marta: sono tanto felice/eccitata/incredula/entusiasta e tante altre cose che bho! Non riesco manco a studiare ho un sorriso stampato in faccia canticchio e saltello per casa! Prima è arrivato mio papà che mi ha fatto trovare (su mia ordinazione) la focaccia per colazione, gli sono saltata in braccio e l'ho riempito di bacini, non riuscivo nemmeno a parlare e non sai lui quanto ne è stato felice!




giovedì 27 novembre 2014

default.

Quello che non capisco è perché, all'improvviso, debba succedere. Voglio stare bene, voglio essere s e r e n a, voglio liberarmi definitivamente. Eppure, cado. Faccio di tutto per non finire in quella maledettissima trappola, ma ci casco sempre. Perché? Per una fetta di torta preparata in casa da me, per chissà quali altri motivi che sinceramente ora come ora nemmeno ricordo tanto fossero stupidi. Non voglio mentire, nè a me stessa, nè a nessuno. L' altro giorno mentre cucinavo, ho scordato di mettere l'olio; 'vabbè, lo metto adesso', ho pensato. 'Magari solo un cucchiaino'. Il problema è quel MAGARI. Sapete di cosa mi sono resa conto? Non posso permettermi di dirlo, non posso permettermi di rimandare o restringere in alcun modo. E non perchè sia in una situazione fisica preoccupante o che altro, ma perchè quel maledettissimo 'tanto che fa...' MI FOTTE. E' una trappola, e io come una cretina ci casco ancora. Dall'altro giorno ho continuato a diminuire l'olio, o a pranzo, o a cena. Che senso ha? Questo proprio non lo so. Oggi sono riuscita a non farlo, ho rispettato le mie solite dosi. Nel pomeriggio non vedevo l'ora di preparare ed assaggiare il mio ciambellone, adoro portare novità in cucina e provare sapori diversi dal solito.Ho fatto merenda con mamma, una mela, e DUE fettine di torta. Mi è piaciuta e volevo il bis, ok? Ragioniamo: non è venuta eccessivamente alta ; gli ingredienti erano pochi e sicuramente nemmeno troppo pesanti; i semi di lino fanno benissimo, soprattutto ai miei capelli fragili; non ho la più pallida idea di quante Kcal possa contenere una fetta di quel dolce - ho provato a fare il calcolo ancora prima di iniziare, ma la parte forte di me mi ha fermata ai primi due ingredienti - e lo ammetto, la cosa mi disturba parecchio (si, ho smesso di contarle, ma quando sono io a dover stabilire le porzioni 'giuste', quanto devo mangiare di una determinata cosa, vado nel panico più totale, in particolar modo che non conosco il valore energetico di quel prodotto). Bene. Ho provato a razionalizzare su questi punti tutto il pomeriggio e il risultato è stato che alle 20:00 questa sera ero ancora indecisa se saltare la cena oppure no. Non l'ho fatto, non ho ristretto assolutamente nulla, mentre ero in cucina a preparare il mio piatto chiacchieravo del più e del meno con mia mamma e mi sono distratta. Eppure fino a quel momento l'unica cosa che avrei voluto fare era piangere, arrabbiarmi, urlare. IO sono stanca, lo sono davvero. Domani insieme a Dario andrò in centro a fare una bella passeggiata, le giornate sono ancora stupende, ci fermeremo a pranzare fuori e sinceramente l'ultima cosa che voglio è rovinare la giornata a me, a lui.
In questi giorni ho pensato spesso di essere aumentata di peso, forse troppo; sono capitati momenti in cui, guardandomi allo specchio, mi sembrava di essere lievitata. Nonostante tutto, quello che vedevo mi piaceva. Stamattina invece no, guardandomi, mi sembrava di vedere una balena. Perché se fino a ieri mi piacevo al punto di pensare 'sono bella' , nel giro di una notte tutto cambia? Perché proprio nel momento in cui solleverei le montagne, quella stronza fa TOC TOC, TI RICORDI DI ME? Come se le fossi debitrice di qualcosa. Faccio finta di nulla, so che domani sarà già tutto passato, provo a distrarmi in qualunque modo... ma mi rendo conto che, nascondermi dietro un dito, fingere di stare alla grandissima, non funziona poi così tanto. Voglio dare la colpa, che ne so, agli ormoni, pensare che magari è tutta colpa loro come succede alla maggior parte delle donne di tanto in tanto. Non voglio dargliela vinta, da me non avrà più nemmeno un briciolo di importanza. 
Mi scoccia molto far la parte di colei che 'predica bene e razzola da schifo', chiedo scusa a me stessa e a tutti, ma eccomi qui con la mia vergogna. Scrivo per sfogarmi e per esorcizzare, per respingere questo mostro che vuole se-durmi . Nella mia vita non ti voglio, VAFFANCULO!!!

giovedì 20 novembre 2014

#vincoognivoltache

Il giorno in cui mi sono imposta di farcela, la lista delle paure da affrontare era davvero lunga. Al primo posto c'erano quei cibi che erano in assoluto i miei preferiti: i gelati, ad esempio. Ricordo che dissi "quando riuscirò a mangiare un gelato, sarò guarita". Diciamo che l'ho sempre sperato, nel mio piccolo, che sarebbe stato così. Mi illudevo in effetti che compiuto un determinato passo, completata la mia lista di fearfood, tutto si sarebbe magicamente sistemato. Fu lo stesso per la pizza, quando pensavo 'chissà se riuscirò più a mangiarne una senza ansia'. Una svolta bella che appurata ormai. Poi ci sono state le patatine fritte (che a proposito sarebbe proprio ora di mangiare di nuovo), forse il mio peggiore incubo. ' Non ce la farò mai..' E così per pasta raffinata, non pesata, cornetti con nutella, latte, merende sostanziose... Mi sono fermata a pensare, però, rendendomi conto che tutto questo non mi basta. Voglio di più, ho fame, una fame pazzesca di VITTORIE. E allora eccomi qui a riflettere sulle mie assurde manie, a stilare una lista delle cattive abitudini che mi hanno resa schiava, ma che senza neppure accorgermene ho scavalcato. Non era programmato, perchè in in fin dei conti quei piccoli gesti che mi impedivano di essere 'normale' , mi davano sicurezza. Ma ho sempre pensato che le grandi cose accadono per caso. 

#vincoognivoltache non:

- condisco le mie verdure a parte; anche se a tavola sia io che i miei mangiassimo la stessa insalata o altre verdure, prendevo le mie e le mettevo nel piatto, scondite, in modo da aggiungerci l'olio nella 'giusta' quantità. Finiva che, se avessi voglia di altra insalata, non la prendevo. Ora me ne frego e faccio il bis senza problemi.

- mi tocco continuamente la pancia; mentre cammino per strada, dopo mangiato, persino durante la notte mi sono svegliata in preda al panico. Non permettevo a nessuno di farlo, tanto da arrivare a litigare con Dario che per giocare, una volta si è permesso questo sacrilegio.

- mi sveglio col pensiero di dovermi pesare; sinceramente ora la bilancia è davvero l'ultima cosa che frequento.

- mi sento in colpa per non essermi pesata.

- mi alzo la maglietta del pigiama avanti allo specchio del bagno come prima cosa della giornata.

- bado all'orario dei pasti: anche se mi capita di pranzare o cenare più tardi del solito, sti cavoli. E faccio merenda quando ho fame, punto.

- provo il senso di dovere; se cammino a lungo è perchè mi va, per fare shopping o per il semplice gusto di farlo, se faccio ginnastica è perchè dopo mi sento bene e perchè ho voglia di farla, se mi va di restare in pigiama tutta la giornata a poltrire lo faccio. 

- penso continuamente al cibo, programmando giorni e giorni prima cosa mangiare durante la settimana. 

- mi addormento pensando alla colazione del domani; è bellissimo svegliarsi e assecondarsi ogni mattina senza piani e previsioni. 

Credo che tutto questo sia meraviglioso.  Non finisce qui, ne sono STRASICURA... vedo la luce della libertà, ed è magnifico.

domenica 16 novembre 2014

Voi, io, noi.

Non so mai come gli altri dovrebbero prendermi, se di petto o con le pinze. Nessuno da alle persone un manuale di comportamento. Mi sento, per chissà quale assurdo motivo, sempre in pieno diritto di aver ragione. Perchè io ho un problema e siete voi che dovete adeguarvi. Tra le mie battaglie quotidiane c'è, senza dubbio, quella mirata a raggiungere un grado di normalità soddisfacente perchè non dicano "ah già, tu questo non lo mangi. Non lo puoi/vuoi. Tu mangi diverso. Le cose che mangi tu. " Ma quando questa normalità sembra vicina un soffio, mi arrabbio, me la prendo con chi mi sta intorno: mi trattano come se non avessi un problema. Capita che gli altri sbaglino, perchè in fin dei conti capirmi non è facile. Ho la pretesa che tutti mi capiscano, che mi vengano incontro, che mi dimostrino continuamente la presa di coscienza che qui in mezzo la fragile sono io. Tu non puoi capire, lascia stare! 
In questi giorni mi sono imposta di pensare da un' altra prospettiva: esco da me stessa per osservarmi, esco da me stessa per capire veramente io cosa farei se dovessi avere a che fare con me. Non è facile vivere con chi riversa il proprio controllo sul cibo in ogni decisione, non deve essere facile vivere con una persona che fa l'equilibrista sul filo. Ho spesso chiesto di venirmi incontro, ma in effetti non mi sono mai chiesta quanto invece fossi io ad andare incontro loro. Di passi ne ho fatti, questo è innegabile, ma solo ed esclusivamente per mia volontà; ho mangiato pizza fatta in casa perchè andava a me, ho mangiato patatine fritte perchè era ora di farlo, ho affrontato paure su paure perchè mi sentivo abbastanza forte, tutto programmato non dico a tavolino, ma almeno un paio di giorni prima. Sinceramente non ricordo di aver spiccato il volo all'improvviso solo perchè me lo proponesse qualcun altro. Mi sono sempre presa i miei tempi, in poche parole. "Mettiti nei miei panni". Avrò detto questa frase centomila volte, mi sarà stato detto altrettanto numero di volte; ma credo di averne compreso il significato solo in questa settimana. Sarà che sto crescendo, sarà che sono stanca. Credo che aiutare gli altri sia anche questo, cercare di comprendere, giustificare. Mi rendo conto di aver influenzato -involontariamente- la mia famiglia con le mie ossessioni. Per carità, per certi aspetti è un bene, ma è assurdo pretendere di poter organizzare anche l'alimentazione di chi vive in casa con me. "Sei TU che devi adeguarti." Quando mi è stata detta questa frase pochi giorni fa, volevo sprofondare. E' stato come un ceffone; ma è come se questo schiaffo doloroso lì per lì, mi avesse svegliata dal torpore. Oggi a pranzo avrei potuto, come la maggior parte delle volte, mettere su dell'acqua solo per me, buttare i miei grammi di pasta integrale, condire con un sughetto a parte in modo da aggiungere l' olio rigorosamente crudo, e via, serena e soddisfatta nella mia comfort zone. Era ciò di cui la mia testa aveva bisogno ed era quello che mi urlava da questa mattina appena ho aperto gli occhi. Ero di fronte ad un bivio, eppure non mi sentivo affatto persa. Sapevo di dover scegliere la strada più tortuosa e sinceramente alle 22 di questa sera, tirando le somme, non avrei potuto fare scelta migliore. 
Dicevo, io non so come le persone dovrebbero comportarsi, se darci tempo o battere sui punti dolenti fino a farci pensare basta, non vi sopporto più! Una cosa però la so: non bisogna dare troppo peso alle parole, ma non allontanate per nessuna ragione al mondo chi alla fine vi domanda "come stai?" 




venerdì 14 novembre 2014

Dove eravamo rimasti

Come tutte le cose della mia vita ho preso questa decisione di puro istinto, senza minimamente pensarci. Mettermi a nudo non è semplice, eppure sento una strana esigenza di scrivere.
Un pomeriggio di inverno tornai a casa con un terribile mal di testa, gli occhi gonfi di pianto. Ero esplosa tra le braccia di Dario che mi disse: "stasera scrivi come se dovessi raccontare la tua storia."
Voglio iniziare da qui - proprio oggi che sono di pessimo umore - con l'ultima pagina del mio diario personale, con quelle parole che ho lasciato in sospeso mesi fa e che rileggendo adesso mi fanno rabbrividire. Non perdete MAI la speranza. Se i pensieri urlano, voi urlate più forte.


"Scrivere le calorie, contare in maniera ossessiva. Ho sempre odiato i numeri eppure mi sono ritrovata a condizionare la mia vita la mia vita in base a cifre sempre troppo alte, sempre meno, sempre meno... Meno. In un mondo di eccessi io punto a 'di meno'. Ma come si controlla il senso d'ansia ? Come ci si sente adeguati? Come si sta bene? Forse sarebbe meglio mettere in ordine le idee e cominciare dall' inizio. 

Ho 23 anni, numerosi fallimenti alle spalle, un brutto carattere e nulla che possa valere. Tutto nella norma, quindi. Circa un anno fa ho cominciato a capire che questa 'norma' mi stava uccidendo. Avete presente l'oppressione che ti prende al petto ogni mattina, ogni giorno che ti chiedi 'e oggi che mi alzo a fare?' Io un bel giorno ho deciso di non alzarmi più. Penso alle troppe volte in cui la gente usa la parola depressione e mi arrabbio; esiste la tristezza, ed esiste la depressione. Fuori il mondo della mia stanza c'era lei, LA BILANCIA. Mi aspettava ogni giorno, mi dava un valido motivo per incamminarmi fino al bagno. Non puntavo a vedere la lancetta che indietreggiasse, eppure succedeva. Quella visione sempre più rassicurante mi piaceva. Uno, due, tre kg...così la gente capirà, così il mio disagio sarà evidente. Così tutti noteranno. Quattro, cinque... 
La dottoressa mi ha chiesto di alzarmi in piedi , mi ha guardata e mi ha chiesto se pensassi di essere grassa. In realtà fino a quel momento ancora non ci avevo pensato. Stai benissimo, sei bellissima... e prima? Sono sempre io, lo capite? Con quelle gambe abbronzate dopo l'estate stavo davvero bene, ma le spalle... certo, se si fossero viste le ossa... ed eccole. Sul bacino, sui polsi, quelle tanto agognate sulle spalle. Lo spazio tra le cosce che assumendo la giusta postura potrebbe passarci un treno. Il costato, le dita, il seno che piano piano perde volume. Non era sano. Eppure era proprio la testa che girava a darmi piacere, il brontolio allo stomaco a soddisfarmi, la macabra sensazione di nausea e perenne stanchezza. Bene, avevo trovato una ragione per vivere; volevo vivere per non mangiare. Giorno dopo giorno andava sempre 'meglio'/peggio , potevo controllarmi anche nelle situazioni più difficili. Avevo finalmente la situazione in mano. 
Ho deciso di scrivere perchè il mio magico potere mi sta sfuggendo di mano. Ho promesso di cambiare. L'ho promesso a lui. Ma quando deciderò di prometterlo a me? Speravo di poterci convivere, che questa mia normalità potesse non creare danni.
Da qualche giorno pranzo e ceno regolarmente e il senso di colpa mi divora. Dove sono le mie ossa? Perchè quelle maledette lancette non toccano il 39? Non sono così forte, non posso farcela..."

Di quel giorno in cui decisi che IO avrei vinto ricordo una cosa: uno strano profumo di buono. 

Un iris per voi,

Misa.