sabato 14 febbraio 2015

L' amore ai tempi dei Dca.

Partendo dalla mia esperienza personale e dai molti racconti, testimonianze, sono arrivata alla conclusione che Dca e Amore siano (molto spesso) strettamente collegati. Personalmente, questo filo rosso, s' affaccia alla depressione in generale.
"Non mangio perché non piaccio, se dimagrisco piaceró di più, se piaceró finalmente troverò l' amore". Ma, la scarsa autostima alimentata dal non-alimentarsi, scusate il gioco di parole, influisce tutt' altro che positivamente in ambito sentimentale, sia se una relazione ancora deve nascere, sia che sia già matura. Faccio un esempio: non piacersi mette a disagio e questo lo sappiamo. Spogliarsi o più semplicemente 'farsi belle' per il proprio partner può diventare un problema così grande per noi e per l' altro, che inevitabilmente percepirà questo malessere che - ebbene si - lo porterà ad un calo del desiderio, perché l' amore si fa in due, coi corpi e con le teste. "Non mi desidera perché non gli piaccio abbastanza allora devo dimagrire ancora". Tutti meccanismi innescati solo dal nostro cattivo senso. Si entra in un circolo vizioso che viene da sé dal quale se ne può uscire, indovinate un pó come... Mangiando!
Ecco che, dunque, Dca e Amore sono collegati : nel senso che il primo è l' esatto opposto dell' altro.



Un anno fa ho trascorso  quello che per me resta il giorno più bello del mondo. Immaginate un sole inaspettatamente caldo di febbraio, non una spiaggia qualunque ma LA SPIAGGIA dove hai trascorso le estati migliori della tua infanzia, la persona che ti sta accanto da due mesi e hai una terribile paura di perdere per le tue insicurezze e il tuo umore sempre a terra, il primo San Valentino nonché il primo weekend fuori insieme. Immaginate un pic nick con pizzette varie, giochi sulla sabbia che ti entra ovunque, il pomeriggio al cinema a vedere un film per bambini dopo una crepe alla Nutella e poi cena fuori a base di pesce in un ristorante al porto. Avevo freddo, moltissimo freddo, perché per prepararmi a quel weekend da cui non sapevo cosa aspettarmi a livello di mangiare, avevo pensato bene di toccare meno cibo del solito durante la settimana.  E Dario si è tolto la giacca e l' ha data a me, senza giudicare. Parlammo tantissimo durante quelle 48 ore no stop e vi assicuro che davvero temevo sarebbe scappato a gambe levate dopo tutte quelle confidenze. Concedermi due giorni spensierati, per me, fu un enorme sacrificio fatto con amore ; eppure era la prima volta che mi succedeva di dedicarmi totalmente ad un' altra persona mettendo da parte il mio egoismo.


Ho pensato spesso a cosa ci sarebbe ora nella mia vita se non avessi deciso di salvarmi. Anzi, a chi.
Sono accompagnata da una persona eccezionale che mi ha sempre sostenuta, ma non sono mancati i momenti in cui ho temuto che il mio disturbo mi portasse via anche la cosa più bella che ho avuto dalla vita.
Da un punto di vista concreto intraprendere una relazione si porta dietro tutto ciò che più spaventa una persona con disturbi alimentari, tutti i punti deboli che la malattia aspetta sulla soglia per farti cascare : fuori programma, cene o pranzi fuori, improvvise voglie del tuo lui che - giustamente - succede una volta, succede due, poi si scoccia di mangiare un cornetto o un gelato sempre da solo. Sotto un aspetto più teorico, invece, inciampare nel baratro significa trascinare con sé un' altra persona, che se si ama davvero tanto, non c' è dolore più grande. Allora si è chiamati di fronte ad un' ennesima scelta che stavolta non riguarda più il nostro stomaco o le nostre notti insonni. O si scende a compromessi con le proprie manie di fasulla onnipotenza, o si resta soli.



Se trovate qualcuno che vi fa perdere la testa che, però, scappa, non fategliene una colpa; io sono stata molto, molto fortunata, è vero, ma è umano non sentirsela di prendersi questa grande responsabilità. a- evidentemente non era LA persona;  b- non era disposto ad accettare il rischio di vedervi distruggervi riversando sul cibo l' angoscia magari di un banale, semplice litigio.
Ma non colpevolizzate nemmeno voi stesse, perché colpe non ne avete. Date la colpa a quel mostro interiore che vi promette tutto ciò che poi vi toglie, e datevi un motivo in più per eliminarlo definitivamente dalla vostra vita.


mercoledì 28 gennaio 2015

Facciamo colazione insieme?


Perché la colazione è così importante?

Il concetto è semplice: chi non fa colazione al mattino è portato a mangiare molto di più nel corso della giornata, con il rischio di eccedere e di ingrassare.Una prima colazione nutriente permette di iniziare la giornata con vitalità senza arrivare stanchi ed affamati alla pausa pranzo. *  E' scientificamente dimostrato che chi salta questo importante appuntamento con la salute ha maggiori difficoltà di concentrazione durante la mattinata. Non solo, la successiva abbuffata a pranzo, condiziona negativamente anche il rendimento pomeridiano a causa dell'eccessivo sbalzo insulinico e del grosso impegno digestivo. Una prima colazione nutriente contribuisce a risvegliare e ad accelerare il metabolismo corporeo, regalando quella sferzata di energia necessaria per affrontare la giornata con il giusto spirito. Se al mattino andate di fretta e non avete tempo per fare colazione provate a preparare ciò che serve la sera prima o a consumare qualcosa mentre andate al lavoro.
Fonte: http://m.my-personaltrainer.it/dieta-colazione.html



* 10/20 minuti prima di consumare il vostro pasto, bevete un bicchiere di acqua calda con il succo di mezzo limone, aggiungo io. No, non restringe, anzi; depura l' organismo ed elimina tutte le tossine accumulate durante il sonno.
Ecco a voi alcune idee da lasciare in frigo durante la notte. Rifatevi gli occhi e... le papille gustative!



⚫IL BARATTOLO MAGICO  ⚫ 


L' idea più semplice ed immediata è quella di infilare tutto in un barattolo a chiusura ermetica o in una tazza/bicchiere richiudibile (andrà benissimo anche della pellicola trasparente o alluminio che facciano da coperchio). Potete partire da un fondo di biscotti  e procedere con yogurt e frutta, o viceversa, o alternarli. Per ottenere un fondo biscottato compatto schiacciate i biscotti aiutandovi con un tovagliolo fino a polverizzarli in modo grossolano - non è necessario l' uso di un mixer a meno che non vogliate proprio una compattezza perfetta; oppure, spezzateli a metà o lasciateli interi,in qualunque caso la consistenza non risulterà troppo molla. Attenzione!!! Il mio consiglio è quello di preferire biscotti sostanziosi, non troppo sottili ( com ad es. Magretti Galbusera) che finiranno solo per spappolarsi senza rilasciare gusto. Quindi, andate avanti con lo yogurt, in questo caso del gusto, marca, che preferite, intero, magro o greco, andrà bene qualunque tipo. E per finire, decorate a piacere con frutta secca o frutta fresca, secondo me si sposa benissimo il kiwi che mantiene la sua normale consistenza, cacao, cocco in polvere, scaglie di cioccolato... Vi prometto che al mattino, sarete invase da un profumo splendido! 


                                                           ⚫TORTINE DI PAIN D' EPICES ⚫
Chi non ama le torte con il pan di spagna? L' idea nasce dall' imitazione di due torte che, in effetti, non ne prevedono l' uso, ma che se potessi le adatterei a modo mio. E in questo caso, il pain d' epices è un valido ripiego! Nella prima foto ho cercato di riprodurre un tiramisù ponendo alla base due fette di pane dolce, una accanto all' altra, ricoprendole con generose cucchiaiate di yogurt greco alla vaniglia. Ho ripetuto il procedimento fino a finire il vasetto, quindi ho livellato per bene e spolverato la superficie con cacao amaro e mandorle sbriciolate stesso con le mani, quindi un pó a pezzoni.
Nella seconda, invece, ho voluto dare la forma di una cheesecake ; ho lavorato in una scatoletta per alimenti, di quelle che si chiudono, disponendo sul fondo quattro fette di pain d' epices adattandole alla forma richiesta, quindi tagliando qui e là i bordini che poi ho usato come tappa buchi. Ho poi ricoperto con il mio yogurt e con marmellata ai mirtilli, lasciando così com' era la scatoletta in frigo. Al mattino sono andata a tagliare con una paletta, proprio come fossero due fette di torta. L' impiattamento è venuto fuori perfetto, nulla si è smontato o è cascato.
Credo che entrambe queste due versioni siano un' idea leggera e deliziosa anche come dessert in una cenetta romantica di coppia, magari improvvisata, no? 






  ⚫MINI CHEESCAKE ⚫
Queste che io chiamo 'mini cheesecake', sono forse l' idea che preferisco. Sono deliziosamente carine anche da proporre alle amiche, le trovo molto chic. Come base, abbiamo dei semplici biscotti dal diametro abbastanza grande per contenere lo yogurt. Nota bene: ho il dubbio che la resa di questi dolcetti dipenda molto dall' uso di yogurt greco, notoriamente più solido e compatto rispetto agli altri yogurt. Comunque sia, provate, perché no. Per sistemarlo sui biscotti io mi servo di una formina -coppa pasta- che poi vado a sfilare e lascia tutto intatto. Nella prima foto ho semplicemente aggiunto fettine di kiwi e mandorle, accanto invece ho usato giusto un cucchiaio di muesli per la decorazione. Nella foto più in basso invece, più che mini cheesecake, mi è venuto in mente che potevo provare ad imitare i macarons, che a dire il vero non ho mai assaggiato in vita mia!! Ho usato un pacchetto di biscotti 'col cuore'  della Galbusera, perfetti perché di numero pari e 8, quindi vengono fuori 4 dolcetti.. Insomma, non ti lasciano solo con la voglia come potrebbe accadere solo con due! In mezzo a questi 'panini' ho steso un velo di yogurt di soia, ecco che in questo caso suppongo andrebbe bene un qualunque tipo di yogurt anche più liquido...se ha resistito quello alla soia... Infine, ho riempito il cuore di marmellata e spolverato con qualche briciola di cocco. Che dire... Io amo alla follia il cosiddetto finger food!!


Spero che queste idee vi siano piaciute e siano utili. Aspetto le vostre!! Ricordate l' ashtag no limits #e_colazionefantasia per condividere sul mio profilo le vostre creazioni. Liberate il cake designer che è in voi!! Baci baci 


lunedì 26 gennaio 2015

La pizza, ecco perché non fa paura.

Che sia buona, lo sappiamo.Margherita, bufala, pomodorini, con verdure, una meglio dell' altra. Potrei dire tante cose per convincervi che non fa male, che è strasupermegaiper sana; è un pasto completo, ha tutti i nutrienti necessari, carboidrati, grassi BUONI, proteine e tanto gusto. Che poi, se fatta bene, cioè è lievitata secondo i tempi previsti, non dovete nemmeno preoccuparvi di sentirvi gonfie il giorno dopo e dei liquidi trattenuti dal corpo. Ma credo che con un pó di buon senso ci si arriva da soli, basta voler ragionare. Voglio spiegarvi, però, perché IO NON HO PAURA. 



La prima volta che ricordo di aver mangiato una pizza nel mio periodo più nero, c' erano a casa i miei zii. Ho ordinato una pizza solo pomodoro, piccola, e ne ho mangiato meno di metà scartando i cornicioni bagnati di lacrime silenziose. E per nascondere quelle lacrime sono andata nella mia stanza, sola, prima che gli altri finissero. 
Un altro ricordo risale quella stessa estate, con amici ; ordino una margherita che non mangio, mentre tutti ridono contenti e commentano quanto fosse fatta bene. Io, non avendola nemmeno assaggiata, non ho nulla da dire. 
Una sera sono andata con mio padre a prenderle, perché dovevo controllare che non sbagliasse : una pizza senza mozzarella, senza salsa, senza olio, con rucola e scaglie di parmigiano. Il pizzaiolo ha riso e ha detto "l' aria ce la posso mettere?". In pratica avevo ordinato una Reginella, così si chiama li, facendo togliere tutti gli ingredienti basilari. Mio padre ha sforzato un sorriso, ma era in notevole imbarazzo. 
Una sera con mia madre, invece, la cameriera s' è portata via il piatto con 3/4 di pizza "mamma mia, sono pianissima, era gigante". Mi ha sorriso dolcemente senza commentare, mia mamma ha scosso la testa. 
A Parma, a Dario e sua sorella era venuta voglia di ordinarne una "per me senza mozzarella". "No, tu la prendi con la mozzarella, questa sera decido IO. " Non smetterò mai di ringraziare Dario per quella frase. 
E poi ancora, la crisi di panico perché avevo mangiato il riso a pranzo e non me l' aspettavo, l' ansia perché a pranzo avevo mangiato i carboidrati - dei miseri crackers -, la rabbia perché qualcuno si concedeva il lusso di ordinare una pizza diversa che potesse ingolosirmi e che io non potevo prendere. 

Sapete cosa accomuna tutte queste situazioni? L' immensa solitudine che provavo nel cuore. Ogni volta mi sono sentita fuori da un gruppo, famiglia, amici, coppia. Da noi, come credo nella maggior parte delle famiglie napoletane, la pizza non è 'non ho voglia di cucinare, ordino una pizza', ma è convivialità, chiacchiere, un rito che si ripete ogni settimana.  Perché pizza significa stare tutti insieme, pizza è una cena in cui fanculo i problemi, pizza è 'poi riman Dio ci pensa', come si dice qui. La pizza non è una quantità di carboidrati, o di proteine, o di grassi, non è una stupida grammatura. La pizza è il simbolo della mia rinascita. 
Riflettete: fa più paura una pizza o sentirsi soli? 

mercoledì 14 gennaio 2015

CAMBIA-MENTI


28 settimane fa - 'Sapete ragazze, in questi giorni non va. Sono arrabbiata perchè passando avanti al cartellone dei gelati mi rendo conto di desiderarne troppi ma non mi ci riesco ad avvicinare. Sono arrabbiata perchè le vetrine dei bar piene di muffin mi attraggono e con più forza mi respingono. Sono arrabbiata perchè non riesco a sbloccarmi, VOGLIO stare bene, VOGLIO prendere peso eppure è una continua lotta col mio io. E sono arrabbiata perchè non so con chi prendermela se non con me stessa... MA!!!!!! Mamma mi ha proposto di andare fuori a cena questa sera, solo io e lei, e conoscendola so dove vuole andare a parare!!! Sinceramete non vedo l' ora di farmi bella e godermi la serata, non voglio proprio pensare a nulla. Sento il bisogno di staccare la spina, almeno stasera non voglio preoccuparmi di niente. Insomma, voglio godermela serenamente!'

29 settimane fa - 'Ok ad ora di merenda posto il mio #pranzo! Penne integrali con pomodorini, rucola e pepe. 
Essendo così in ritardo potevo anche non caricare, ma ho proprio voglia di raccontarvi perchè sono STRAFELICE! Ho pranzato a casa della nonna, ma ho cucinato io per entrambe perchè non mi andava che con questo caldo si mettesse ai fornelli. Primo traguardo: pranzo NON A CASA in assoluta tranquillità. Seconda vittoria: ho cotto la pasta tutta insieme, nel senso che per me ho pesato 80g, per lei circa 50g ma l' ho buttata tutta insieme quindi per quanto ne so potrei aver mangiato anche 90g!!! Terzo traguardo: alla pasta ho aggiunto un cucchiaino d' OLIO (che nel primo a pranzo non metto di solito) e più perchè mi stava scivolando la bottiglia ahahahahah
Ragazze mi sento SERENISSIMA! Amo mia nonna, amo passare del tempo con lei e per troppo tempo ho evitato di mangiare a casa sua (anche perché é sempre piena di gente ma oggi c' era solo un mio cugino più piccolo con noi). Non voglio mai mai mai più rinunciare a un pranzo da lei solo per 'paura' di qualcosa che non esiste!!! E la prossima volta farò cucinare lei, quindi ne vedremo delle belle!!!!'

Rileggendomi ho i brividi. Provo tanta tenerezza, nei miei vecchi post su ig c'è tanta fragilità, un' enorme richiesta di aiuto non urlata. Bisogno di libertà. 
Non ho rimproveri da fare a quella me, non le direi 'sei una stupida, che stai facendo?'. Alla vecchia me direi 'coraggio, andrà tutto bene.' La prenderei per mano e le accarezzarei i capelli mentre dorme. Non mi vergogno di quello che sono stata, mai lo farò. Adesso sono qui, nuova, rinata.. No,  non sono più quella che ero un tempo, perché la ragazza spaventata di allora non avrebbe mai avuto la gioia di vivere che ho io adesso. 
La più grande motivazione di voi stesse, siete proprio voi.. La persona che siete state e quella futura che sarete. Traete ispirazione da quello che fate ogni giorno, non da quello che fa qualcun altro, per quanto possa essere un esempio. Alla fine della fiera, è con voi che fate i conti quando vi mettete a letto. Riguardando le mie vecchie foto mi vengono le lacrime agli occhi, si, ma di serenità... Perché IO ho fatto qualcosa per me, sono stata IO autrice e protagonista della mia serenità. Ed è proprio alla serenità che tutti dovremmo puntare, sempre. Essere sereni non significa essere felici, la vita ci porrà sempre di fronte a delle sfide 'esterne' ; essere sereni vuol dire affrontarle con successo, alzare la testa e non fermarsi alla prima sconfitta, avere il coraggio di mettersi in gioco e pensare 'CE LA FACCIO'. Mai credere che tutto sia perduto, mai. Promettetevi che domani sarà meglio, perché domani è sempre meglio se trovate il coraggio di non  abbandonarvi.